Metodo di studio in questi periodi di Smart Working
Curva dell’attenzione
Esiste una teoria secondo la quale l’attenzione si svolge nel tempo e delinea una curva discendente dopo i primi 10/15 minuti (vedi grafico). La teoria della “curva dell’attenzione” mostra inequivocabilmente l’incapacità della mente umana di mantenere lo stesso alto livello di attenzione per un lungo periodo di tempo. Sia quando c’è un rapporto relatore-pubblico come in una conferenza, che per un rapporto docente-allievi per le lezioni.
Messa così, sembra che siamo proprio incapaci di concentrarci. Infatti, non è vero. In gioco entrano molti fattori tra cui:
- Interesse per l’argomento
- Emozionali
- Caratteriali
- Ambientali
- Educazione cognitiva (Alcuni studi condotti da Microsoft, hanno evidenziato che l’ attention span o capacità di concentrazione degli adolescenti sta diminuendo: nel 2000 la capacità media di concentrazione era pari a 12 secondi, nel 2013 è scesa a 8 secondi.)1
Per migliorare il rendimento nello studio potete usare il “metodo del pomodoro”
- Tre serie di 25 minuti (lavora) + 5 minuti (pausa)
- 25 minuti (lavora) + 30 minuti (pausa)
Per pausa s’intente NESSUNA attività mentale, quindi spegnete quello smartphone.
Curva della concentrazione
Altra cosa, è la curva della concentrazione (NB non parlo di “curva della concentrazione a livello statistico, ma a livello mentale 😉
Dopo una curva di ascesa, molto personale da individuo a individuo, vediamo che otteniamo buoni risultati stabili e duraturi nel tempo. Anche qui, fattori determinano risultati diversi:
- Interesse per l’argomento
- Emozionali
- Conoscenza pregressa della materia (sono più produttivo, anche su argomenti nuovi di Excel che uso da trent’anni, che su CAD che ho utilizzato pochissimo)
- Propensione fisica alla fatica (mens sana in corpore sano)
Per migliorare il rendimento nel lavoro potete alzarvi dalla scrivania dopo 50 minuti (per questo le lezioni in classe hanno questa durata invece di 60 minuti) e fare 15 minuti di pausa.
Per pausa s’intente NESSUNA attività mentale, quindi spegnete quello smartphone.
Processo creativo
Un’eccezione personale alla regola è data dal processo creativo. Quando compongo o programmo o faccio montaggio audio o video, o scrivo (vedi adesso), lo faccio perché sono ispirato ed interrompere questo flusso creativo mi farebbe perdere il “filo del discorso”. Infatti, come un Neo del Matrix film, come tanti informatici mi trovo a fare notte davanti ad uno schermo (la notte è il momento migliore per il processo creativo).
Ma perché “lavare i piatti”?
Perché, dopo diverse ore di studio o di PC, noi umani non dimentichiamo le nostre abitudini ataviche: abbiamo bisogno di FARE. Lavare i piatti in questi momenti di segregazione forzata, può servire. Va bene anche qualche altro lavoretto casalingo: occupa e rilassa la mente. La vostra compagna/o vi ringrazierà.
Un’altra cosa ancestrale che ci portiamo dentro è camminare. Oltre a favorire la digestione, aiuta il cervello a ordinare i pensieri. Quindi, seguite il mio consiglio: se non riuscite a risolvere un problema, alzatevi da quella scrivania ed andate a farvi un giro. Tornati, vedrete che il problema era lì davanti a voi e non lo vedevate.
VADO A FARMI UN GIRO.
Buon lavoro/studio
SAL
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1 www.gamification.it/e-learning/microlearning-apprendi-dove-e-quando-vuoi/